È un po' un tarlo, quello di Veilguard, piccolo e ostinato che mi rosicchia il cervello. Che i gusti siano cambiati è ovvio, e se dopo nove anni fossi ancora la persona che giocava Inquisition per la prima volta le domande da farmi ci sarebbero, di certo non su un gioco.... Ma quindi qual è il "problema"??? In realtà il problema non c'è, è che appunto sono cambiato io ed è cambiato il modo in cui mi gusto le opere - e con Veilguard in particolare mi sento come se mi fossi disinnamorato di un partner, con cui sono rimasto in buoni rapporti anche se non ci vediamo né sentiamo così spesso. We had a good run while it lasted ma non era un amore destinato a sbocciare... Va bene così 🙏 Ora riesco a dire con serenità che se anche la saga si concludesse qui andrebbe bene - avrei voluto altro? Eh, si, obiettivamente sì, però ormai è andata e là fuori il mondo è pieno di giochi bellissimi che sapranno regalarmi nuove emozioni. DA è bello, ma non è TUTTO. È ironico che sia arrivato a questa conclusione, perché (mild spoiler) Veilguard ha un sottotesto portante ENORME sull'andare avanti e lasciare andare. È una storia di lutto e perdita e accettazione della perdita, non strettamente in senso di morte. Da una parte forse è meglio che non mi abbia preso così tanto, perché sento che se avessero sviluppato questo concept come si deve ne sarei uscito ammutolito e annichilito come al finale di BioShock Infinite (che mi ha sconvolto l'esistenza) specie per tutti gli strappi e cuciture che mi aveva messo davanti il 2024.