Non so come ne parlasse Thiriart, ma partito storico è una categoria di Bordiga. Coincidenza o leggeva Programme Communiste e ha imparato il termine là? Penso coincidenza ma si può sognare
Ne approfitto per chiarire ancora una volta la questione delle presunte simpatie per l'Asse di Bordiga. A riportare questa storia è Angelo Alliotta, spia della polizia politica, la cui testimonianza non è di grandissima affidabilità. Secondo Alliotta Bordiga avrebbe espresso grande simpatia per l'Asse, apprezzando la lotta di Hitler e Mussolini contro gli inglesi, gli americani e i sovietici, addirittura riconoscendo al duce di essersi sempre opposto a democrazia e plutocrazia. Chi ha letto Bordiga sa che dedicò la sua azione politica prima del 1926 a contrastare il fascismo, e ad analizzarlo come conseguenza e realizzazione della democrazia, con posizioni speculari a quelle espresse dopo la guerra. Che senso avrebbe per un personaggio con analisi del genere supportare il fascismo contro la democrazia?
Riguardo a perché Bordiga avrebbe fatto quelle affermazioni, ci sono tre possibilità: la prima è che abbia avuto un tumore al cervello che gli sia stato guarito dopo la guerra, la seconda è che volesse confondere Alliotta e la terza è che larpasse. Non so in che rapporti fossero Alliotta e Bordiga, ma non mi sembra difficile che se Bordiga avesse sospettato che il suo interlocutore fosse una spia, o anche solo se avesse deciso di prenderlo in giro, avrebbe potuto decidere di inventarsi un'argomentazione marxista per supportare il regime e non finire nei guai senza ragione e senza fare danni.
In ogni caso questo non dovrebbe essere altro che un aneddoto divertente, ma viene usato come modo per screditare le posizioni di Bordiga ed equiparare la scelta di non tradire tutto in virtù dell'antifascismo borghese con lo dchiermaneto con i fascisti, tipica menzogna che bisogna combattere.
A proporre di scrivere nella costituzione che L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro fu Fanfani, che si era proposto sotto il fascismo di scrivere una storia del lavoro con la benedizione di Mussolini